domenica 14 giugno 2015

"Posso giocare con voi?"

Ieri pomeriggio ho portato la prima figlia (ah già! Non l'avevo scritto, sono mamma di due bambine) al compleanno di un amichetto della scuola materna.
Giuro di essere uscita di casa con le migliori intenzioni e cioè socializzare. Lo dimostra il fatto che per l'occasione ho indossato un bel sorriso e i miei nuovi pantaloni fiorati e colorati. Insomma, se indossi dei pantaloni così estrosi, agli altri devi sembrare una persona positiva e piacevole. Ma forse non basta..
Beh siamo arrivate alla festa con un lievissimo ritardo e la figlia non ha perso tempo, carica di entusiasmo è corsa ad abbracciare i compagni di scuola..
Mi rende felice vederla così piena di vita quando sta con i suoi simili, soprattutto se venti minuti prima non ha fatto altro che lagnarsi sul divano riempiendomi di calci perchè ho osato svegliarla dal riposino per portarla alla festa di cui ha parlato per una settimana intera.. eh mamma non si fa! Shame on you!
Dicevo, la piccola si è integrata immediatamente nel gruppo dei piccoli invitati e mi ha mollato come un salame in mezzo al piazzale della festa. Dopo aver salutato i genitori del festeggiato, mi sono accomodata in un angolo aspettando di vedere facce "amiche", cioè le altre mamme della scuola che non erano ancora arrivate. E nel frattempo, ho pensato a quanto sarebbe stato carino fare quattro chiacchiere condividendo le nostre disavventure mammesche.
Ecco, sarebbe stato carino farlo...
Loro sono arrivate, tutte insieme, in gruppo e così come sono entrate, in gruppo, si sono sedute al tavolo.
E niente, vederle così già affiatate, prese dalle loro conversazioni mi ha smontata immediatamente.. cosa avrei potuto dire per inserirmi? "ehm ciao ragazze, posso chiacchierare con voi?" certo che no, anche se tra bambini funziona "posso giocare con voi?" e tac, subito sembra che non abbiano fatto altro da una vita.
Lo so che avrei potuto semplicemente avvicinarmi a quella con cui ho socializzato di più durante l'anno e con la scusa inserirmi nella conversazione, ma l'idea di sentirmi al centro dell'attenzione ed essere sottoposta a radiografia non mi allettava particolarmente.
Adesso non pensate che io sia una povera sfigata che non è in grado di fare amicizia, ma non è facile entrare a far parte di un gruppo di donne persone che si conoscono da più tempo e che, oltretutto danno un po' l'impressione di fare muro. Insomma, anche lungo i corridoi della scuola difficilmente si sprecano in saluti, ed è inevitabile pensare che abbiano una leggera puzza sotto il naso. Probabilmente sono io che la faccio troppo complicata e che come al solito lavoro troppo di testa e troppo poco di spontaneità, magari sono io che ai loro occhi risulto snob; ma non c'è niente da fare, tra ragazze va così. Basta scambiarsi uno sguardo indagatore e subito ci siamo fatte un'idea di quanto è stronza tizia, di quanto è musona caia, ecc. Ma se non ci diamo neanche una possibilità.. Non ce la facciamo ad avvicinarci alle altre donne senza un minimo di pregiudizio. Poi siamo anche prontissime a ricrederci e ad essere adorabili, e in molti casi nascono amicizie sulle quali non avresti mai scommesso, ma quel sorriso che servirebbe a sbloccare la situazione lo custodiamo gelosamente e lo riserviamo solo quando siamo certe che dall'altra parte c'è qualcuno che ci piace.

Inutile dire che, nonostante i miei piccolissimi sforzi, non ho passato un pomeriggio particolarmente interessante. A parte qualche "ciaoooo, non ti avevo vista! come va?" "tutto bene, e tu?", ho passato il resto del tempo a osservare la figlia mentre si divertiva come una matta.
Nota positiva della giornata è stato il non doverla pregare per tornare a casa o dover procedere a rimozione forzata mentre si dimenava urlando, con la bava alla bocca, come se fosse posseduta dal demonio, perchè sì, è capitato e, ovviamente, in questi casi le altre mamme si accorgono che al mondo esisti anche tu.

Questo patetico post è sponsorizzato dal mio insulso weekend piovoso e privo di simpatici annedoti da raccontare. :)
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